Data: 19/04/2025
Yoga e ayurveda sono due scienze sacre, profondamente legate tra loro e che trovano nell’antico sapere vedico le proprie fondamenta. La pratica yoga è la via verso l’autorealizzazione, un percorso spirituale che parte dal corpo per lavorare su più livelli di consapevolezza e permetterci l’esperienza della nostra vera natura che è divina.
La scienza ayurvedica è una scienza medica che sostiene il nostro essere in ogni suo aspetto : fisico, psichico e spirituale. Si avvale di numerosi strumenti di guarigione: una sua specifica farmacologia, di natura fitoterapica, massaggi ed attività fisica, dieta e indicazioni su stile di vita. Entrambe affermano che tutto l’Universo è un unico grande Sè. La natura in tutte le sue forme è manifestazione di questo Coscienza divina e si muove, vibra e risplende in un’unica danza che mette in relazione tutte le cose. Pratica yoga e ayurveda sottolineano la profonda interdipendenza di tutte le cose, ricordandoci che la vera armonia del nostro essere è imprescindibilmente legata all’armonia dell’intero universo.
I CINQUE ELEMENTI ED I TRE DOSHA
L’ayurveda è una scienza molto complessa e terribilmente difficile da sintetizzare soprattutto per me che non ne sono un’esperta ma solo un’appassionata. Cercherò di spiegare, in breve, come viene visto il corpo umano e soprattutto il suo profondo e inscindibile legame col resto dell’universo manifesto.
Il mondo fenomenico è composto dai cinque elementi ( Pancha mahabhutani) : terra, acqua, fuoco, aria ed etere. Ogni cosa in natura è la combinazione di questi elementi che ne determinano la forma e tutte le varie qualità e che sono in eterno movimento. Esistono inoltre tre forze, chiamate dosha, caratterizzate dalla combinazione di alcuni di questi elementi. I dosha costituiscono la natura biologica di tutti gli elementi materiali dell’universo compreso il nostro corpo fisico e sono:
Ognuno di noi ha una sua personale struttura individuale di base, che ci viene conferita alla nascita, chiamata prakriti. I dosha per loro natura, sono estremamente sensibili e tendono, quindi, ad essere instabili (pensate che il termine dosha può essere tradotto proprio come :” tutto ciò che può andare fuori equilibrio”). Il nostro stile di vita e la continua relazione col mondo esterno, alterano continuamente la nostra prakruti, trasformandola in vikriti.
L’ayurveda si occupa principalmente di riportare in equilibrio vikrti, armonizzando i tre dosha e riportandoli alla loro combinazione originale, prakruti. Per fare questo ci offre numerosi consigli su come orientare il nostro stile di vita, alimentare. comportamentale, giornaliero, notturno, stagionale.
I passaggi stagionali sono un momento molto delicato in quanto spesso portano in disarmonia i dosha. Il corpo si trova a passare da una condizione esterna, temperatura, tipologia di luce, alimenti di cui si nutre ad un’altra e questo condiziona l’equilibro tra i dosha
5 CONSIGLI PER ARMONIZZARE KAPHA
La stagione invernale è caratterizzata da freddo, umidità, pioggia, poca luce, tutte qualità che ci riportano a vata e sopratutto a kapha e che tendono quindi ad aggravare questi due dosha. E’ anche vero che questa stagione sostiene le qualità kapha: l’introspezione, la progettazione, l’approfondimento. E’ il periodo perfetto per riorganizzare le idee, lavorare a nuovi progetti, meditare.
Come mantenerci allora in equilibrio, sostenendo appunto quelle qualità interiori che l’inverno può risvegliare in noi?
L’ayurveda cura il simile col dissimile. Questo vuol dire che se in inverno kapha si aggrava per riarmonizzarlo dovremmo aggiungere nella nostra routine giornaliera azioni le cui qualità sono opposte a quelle di kapha.
Eccovi quindi qualche semplice consiglio:
ABITUDINI QUOTIDIANE
Kapha tende ad accumulare fluidi, sia ristagni linfatici che muco a livello polmonare. E’ quindi importante per prima cosa tenere caldo il corpo. Utilizziamo materiali caldi come lana e cachemere ed evitiamo materiali sintetici che non garantiscono traspirazione. Può aiutare coprire con cura mani, piedi e testa, le parti del corpo che tendono a disperdere calore.
Un altro consiglio semplice e davvero molto efficace è bere acqua calda, aiuta a mantenere caldo il corpo e ad eliminare più facilmente tossine a cui alternare tisane a base di timo, sambuca , menta o eucalipto, dolcificate con poco miele e se volete qualche goccia di limone.
Cerchiamo di non cedere alla tentazione di svegliarci tardi al mattino. Lo so, alzarsi presto in inverno è più faticoso, ma c’è comunque un fascino morbido e contemplativo nell’alzarsi in queste fredde mattine invernali e iniziare la giornata con la nostra, consueta meditazione.
Facciamo bagni caldi dove sciogliere un pugno di sale con qualche goccia di oli essenziali di sandalo, oppure eucalipto e lavanda, terminiamoli con un breve doccia di acqua più fredda… e se non abbiamo la vasca in bagno sarà perfetta una doccia calda, sostituendo il sale con zucchero di canna profumato con gli stessi oli essenziali per uno scrub veloce a cui far seguire un getto di acqua fresca. Dopo il bagno, con la pelle ancora umida ungete il corpo con olio di sesamo tiepido insistendo sopratutto sulle vostre articolazioni.
Passate più tempo che potete all’aria aperta e godetevi la luce fredda dell’inverno in lunghe e scricchiolanti passeggiate nella natura.
YOGASANA:
proprio in quanto kapha è lento, pesante, stabile, le pratiche che lo riportano in equilibrio saranno pratiche dinamiche, che invitano il corpo ad una leggera accelerazione del ritmo cardiaco e stimolano il metabolismo. Vinyasa fluidi accompagnati da una bella colonna sonora potranno stimolare anche il pigro kapha che per sua natura predilige pratiche lente e meditative. Sono molto adatti gli asana di forza, estensioni della colonna e tutte le sequenze per ridare mobilità al torace, così da sostenere i processi respiratori messi in genere a dura prova dai primi freddi
PRANAYAMA: Per chi pratica pranayama regolarmente questo può essere il momento di approfondire kapalabhati o bhastrika, che aiutano anche a mantenere libere le vie respiratorie; ma se non siamo esperti meglio inserire al mattino qualche ciclo di surya bhedana.
ALIMENTAZIONE : Più che mai l’inverno è il momento di fare una buona colazione, un pranzo ricco e una cena leggera. Per kapha al mattino può essere utile anche un buon caffè ma non esageriamo con le sostanze nervine, che creano cali energetici improvvisi. Possono esserci di aiuto le fave di cacao o in generale il cacao crudo, che energizza senza sovraccaricare. Prediligiamo cereali e verdure cotte,le biete, gli spinaci, ottimi tutti i cavoli se ben tollerati. Evitiamo cibo freddo, prodotti caseari e zuccheri raffinati. Kapha ama molto il sapore dolce, soddisfiamo questo desiderio con dolci semplici, frutta secca, coi datteri per esempio, ma sempre in modica quantità. Le spezie sono ottimi alleati di kapha, utilizziamole per insaporire verdure e cereali, liberando la nostra fantasia e stimolando il nostro gusto: curcuma, cumino, cardamomo, zenzero, aneto e ma anche le nostre erbe aromatiche come menta, alloro, salvia, rosmarino, semi di finocchio.
….che sia un bellissimo inverno, freddo, morbido, accogliente.
La newsletter di yoga lover vuol essere uno strumento attraverso il quale donarvi approfondimenti e ulteriori contenuti legate ai corsi e ai temi trattati nel blog o emersi nei miei studi e nella mia pratica personale; parlarvi di cucina, uno dei miei argomenti preferiti, di libri, di ayurveda e di stili di vita e informarvi su workshop e collaborazioni che organizzo sia on line, sia, quando tornerà ad essere possibile, nella mia amata maremma. Uno spazio per avvicinarci e sentirci parte di uno stesso viaggio.